Surreality Show II Venice edition
marzo 2013; opera realizzata in residenza all’Officina delle Zattere
Dopo un primo capitolo romano presso lo spazio Officina 468 di Roma nell’ autunno del 2012 il progetto Surreality Show sbarca in laguna per rinnovare il suo appuntamento con il pubblico. Surreality Show si antepone ai sempre più diffusi reality show in stile “Big Brother” dove mediante la cronaca scandalistica vengono lanciate le esche al pubblico di voyeur. Gli artisti di Surreality Show, invece, si prefiggono di generare un rapporto vis-a-vis con il pubblico, uno scambio di idee e di riverberi reciproci mediante cui l’osservatore non si degrada come soggetto passivo ma dove egli può trovare insolite interpretazioni del mondo in un’interazione dinamica con l’artista. Tutti e cinque si dilungano in citazioni di epoche passate e presenti, attingendo alla storia dell’arte, alla letteratura ma anche all’odierna cultura popolare, che traducono in pittura, disegno e collage in un “pot pourri” immaginifico dal quale trapela una percezione della nostra società come concatenazione di eventi piuttosto surreali.
La vita contemporanea, cyber e mass-mediale, veloce ed esuberante, individualistica ma anche comunitaria, nell’opera del gruppo emerge nelle metafore visive di un immaginario sorprendente e sur-reale. L’artista romano Elio Varuna, che conta numerose esperienze espositive in Europa, Asia e in America, esercita la sua arte poliedrica mediante tante forme espressive, trasponendo ludicamente la sua critica verso il sistema di valori della società odierna, che contrappone alle apoteosi di epoche passate.
Dalle equilibrate geometrie dipinte di Jonathan Pannacciò si cristallizzano elementi sacri e profani, ordinari e straordinari, tutti stilizzati e incastonati nei netti contorni disegnati che corrono lungo la linea tra l’astratto e il figurativo. L’artista Cristiano Carotti può essere considerato un moderno espressionista, che cattura la veemenza e la velocità dei nostri tempi nelle pennellate energiche delle sue tele, incarnando uno spirito libero e vagante che prende spunto da ogni ambito della vita. Esordito sulla scena della street art milanese, oggi El Gato Chimney crea anche disegni e dipinti che si popolano di numeri, simboli e oggetti animati e sospesi in scenari onirici come fossero racconti folcloristici narrati da esseri dalla morfologia ibrida.
Alessandro Calizza s’ispira ai vivaci fermenti del nuovo figurativismo per la sua pittura surreale, in cui dei misteriosi alberi spogli e degli allucinati funghi monoculari devono confrontarsi con momenti inediti che si risolvono in allegorie dipinte.