Snub and other tales
2011 – 2013
ALESSANDRO CALIZZA: L’ATTIMO FECONDO
Julie Koegler
Dopo aver sperimentato vari mezzi espressivi, da qualche tempo Alessandro Calizza ha intrapreso la strada della pittura surreale, ispirata ai vivaci fermenti del nuovo figurativismo. Nei suoi quadri, lo sguardo si perde nelle infinite distese paesaggistiche dipinte in cui domina una natura incontaminata, priva di tracce umane o tecnologiche, visitata solamente da alcuni esseri viventi ancestrali. L’atmosfera è quella del tramonto o di semioscurità che si carica di un’aura misteriosa; è la calma prima o dopo la tempesta? Calizza sembra cogliere il momento che precede il compimento (L’attimo fecondo, secondo Lessing). Le rocce assumono le fattezze di un artificio dell’uomo, in mezzo alle quali un essere animato – dall’artista battezzato Snub – e con le reminiscenze di un albero emerge come suo alter ego che ogni volta deve confrontarsi con situazioni nuove che si risolvono in allegorie dipinte con crepuscolari colori acrilici. Il consueto ancoraggio alla terra dell’albero nel personaggio Snub è abolito, quando appare sradicato dalla Grande Mater, muovendosi distaccato e libero sui fondali di queste fiabe che l’artista intende raccontare attraverso i suoi dipinti. Forse questo mondo immaginario è la trasfigurazione del mondo reale, che viene riportato a uno stato originario dove una visione olistica offre l’accesso ai vari livelli di coscienza. Come guide verso ambiti remoti spuntano funghi monoculari dalle tonalità fluorescenti la cui vibrante brezza visiva sparge effetti allucinogeni che trasportano il visitatore ad un livello inesplorato di sensibilità. Questo terzo occhio allude all’introspezione attraverso lo “inneres Auge”, abile a osservare ciò che è al di là del reale.
ALESSANDRO CALIZZA: L’ATTIMO FECONDO
Julie Koegler
Dopo aver sperimentato vari mezzi espressivi, da qualche tempo Alessandro Calizza ha intrapreso la strada della pittura surreale, ispirata ai vivaci fermenti del nuovo figurativismo. Nei suoi quadri, lo sguardo si perde nelle infinite distese paesaggistiche dipinte in cui domina una natura incontaminata, priva di tracce umane o tecnologiche, visitata solamente da alcuni esseri viventi ancestrali. L’atmosfera è quella del tramonto o di semioscurità che si carica di un’aura misteriosa; è la calma prima o dopo la tempesta? Calizza sembra cogliere il momento che precede il compimento (L’attimo fecondo, secondo Lessing). Le rocce assumono le fattezze di un artificio dell’uomo, in mezzo alle quali un essere animato – dall’artista battezzato Snub – e con le reminiscenze di un albero emerge come suo alter ego che ogni volta deve confrontarsi con situazioni nuove che si risolvono in allegorie dipinte con crepuscolari colori acrilici. Il consueto ancoraggio alla terra dell’albero nel personaggio Snub è abolito, quando appare sradicato dalla Grande Mater, muovendosi distaccato e libero sui fondali di queste fiabe che l’artista intende raccontare attraverso i suoi dipinti. Forse questo mondo immaginario è la trasfigurazione del mondo reale, che viene riportato a uno stato originario dove una visione olistica offre l’accesso ai vari livelli di coscienza. Come guide verso ambiti remoti spuntano funghi monoculari dalle tonalità fluorescenti la cui vibrante brezza visiva sparge effetti allucinogeni che trasportano il visitatore ad un livello inesplorato di sensibilità. Questo terzo occhio allude all’introspezione attraverso lo “inneres Auge”, abile a osservare ciò che è al di là del reale.